Con la mostra intitolata “Alberto Piccolo e i suoi acquerelli” si conclude il calendario di luglio delle mostre organizzate dall’Associazione Artisti Valdostani, nella Cappella di San Grato, in via de Tillier, ad Aosta: le trentacinque tele esposte da sabato 25 a venerdì 31 (dalle ore 10 alle 19), realizzate di recente, presentano le montagne valdostane: il Cervino, il Monte Rosa ed altri, ma anche tanti fiori, fra cui peonie, rose, gerani e svariati boccioli di giardino.
Alberto Piccolo, per mezzo della sua pittura acquarellata, esprime, con molta leggerezza e trasparenza, attraverso i tenui giochi di colore, la propria rappresentazione artistica perfetta e realizza la simmetrica prospettiva degli spazi, inerenti al contesto dei suoi quadri. Il pittore, fondatore della scuola di Nus dal 2006, da qualche anno dà lezioni di acquerello ed olio ad alunni di tutte le età. I corsi del maestro Piccolo, erano inizialmente inerenti solo allo stile dell’olio, successivamente l’autore ha perfezionato, attraverso uno studio stilistico e cromatico, anche la tecnica dell’acquarello.
L’attività dell’Associazione Artisti Valdostani era ripresa, dopo lo stop forzato dovuto all’emergenza sanitaria, lo scorso 16 giugno, con una mostra collettiva di trentadue artisti nella Saletta civica del Comune di Aosta, in via Xavier De Maistre con dipinti, fotografie, sculture di Vittoria Aielli, Simone Allione, Enzo Andruet, Lidia Brunod, Elena Cambiaghi, Karolina Cherepanova, Francesco Di Vito, Elena Dinapoli, Alexandra Kharakoz, Aldo Fusaro, Paolo Gambalonga, Umberto Grano, Liliana Gremmo, Francesca Laino, Claudio Latella, Vasco Marzini, Ladislao Mastella, Marisa Medici, Michele Melfa, Alberto Piccolo, Lucia Pison, Gianni Polimeni, Francesco Puglia, Alberto Ragni, Vanda Sarteur, Anaxtasia Snegireva, Francesca Soggiu, Enza Sorbara, Luciano Superti, Eva Valdrighi,Maria Elisabetta Vuillermoz e Silvana Zanoni.
A luglio gli “Artisti Valdostani” si sono quindi spostati nella tradizionale Cappella di San Grato, con la prima esposizione, quella di Paolo Lenti, dal titolo “Risvegli”, che è stata allestita da sabato 4 a venerdì 10. Lenti, nato ad Alessandria il 18 settembre 1963, laureato in Lettere con indirizzo artistico all’Università di Genova, grazie alla sua attività pittorica, attraverso gli anni ha esposto i suoi dipinti in numerose mostre nelle più svariate località italiane ed estere. Nell’angolo artistico aostano ha presentato trentacinque dipinti a olio su legno. Il genere delle opere varia dal figurativo al paesaggistico inerente alle montagne valdostane ed alle nature morte, poi ai soggetti di animali come camosci e stambecchi, per finire con alcuni ritratti. All’inizio della sua esperienza artistica l’autore si esprimeva attraverso una pittura iperrealista, per mezzo della quale continua ancora oggi a manifestare il suo pensiero e le proprie emozioni sulla realtà circostante.Paolo Lenti ha presentato ad Aosta un nuovo quadro, che dà il titolo alla mostra, dove un camoscio stringe fra i denti un ramoscello di bacche rosse nella bufera di neve, ponendo l’accento sul tema del confinamento, consequenziale all’emergenza sanitaria da “covid-19”: per l’artista le bacche rosse strette dentro al muso dell’animale, sono simbolo d’augurio di un futuro di speranza e ripresa. Anche nella realizzazione artistica intitolata “Crash”, dove l’artista realizza la rappresentazione di un bicchiere che cade in frantumi, con una metafora l’ispirazione resta quella del “coronavirus: il bicchiere che si frantuma in mille pezzi, ci fa pensare su considerazioni come la rottura di tutte le nostre certezze che realmente si sono dissolte. ahimè, senza molta speranza. La seconda esposizione ha visto, da sabato 11 a venerdì 17 luglio, le opere di Arianna Bellotto: l’artista valdostana, che ha frequentato l’Istituto d’Arte nel capoluogo regionale ed ha iniziato sin dalla tenera infanzia a disegnare, realizzando lavori artistici dalle tinte colorate, ha portato nella galleria nel centro di Aosta trentacinque quadri acrilici su tela e su vecchie assi in legno recuperate. I soggetti erano tutti “tatà” della tradizione valdostana e personaggi che vivono momenti di esistenza quotidiana come un contadino, due innamorati seduti sulla panchina, o un uomo che cammina in una strada di montagna.
Agli esordi della sua carriera, Arianna Bellotto realizzava i propri disegni dal genere fumettistico, con linee dai tratti spigolosi ed ultimamente le figure hanno iniziato ad apparire delineate con un genere più tondeggiante. Oltre all’attività artistica, la pittrice ama anche impegnarsi con laboratori dedicati ai bambini dai cinque ai dieci anni di età.
La terza mostra, da sabato 18 a venerdì 24 luglio, ha ospitato Michele Melfa, autodidatta, con la personale dal titolo “Dalla natura all’infinito”, con venti quadri acrilici, fra cui paesaggi, soggetti di animali, ed ancora sculture in terracotta come gufetti, assemblati in legno. Michele Melfa, attraverso i suoi dipinti, esprime la bellezza del mondo naturale ed un certo genere di concetti surreali.
Le esposizioni dell’Associazione Artisti Valdostani, presieduta da Alberto Ragni, sono organizzate con il patrocinio del Comune di Aosta.